Immagina di svegliarti una mattina, guardarti allo specchio e notare delle strane escrescenze bulbose sul naso. Possiamo comprendere come ci si sente e quanto possa spaventare non riuscire a inquadrare immediatamente cosa abbia potuto scatenare il problema. Se ti riconosci in questa situazione, sappi che potresti essere alle prese con il rinofima.
Dietro talune manifestazioni esterne si nasconde spesso un grande disagio fisico, psicologico ed emotivo. Il rinofima, infatti, non solo deforma il profilo del paziente affetto ma ne compromette anche la respirazione. Ti diamo subito la bella notizia: è una patologia che può essere trattata. Nell’articolo in oggetto esploreremo più da vicino questa condizione medica e scopriremo come gestirla adeguatamente attraverso le possibili terapie.
Cos’è il rinofima
Nel 1845 venne utilizzato per la prima volta nella storia il termine “rinofima”. Fu Hebra a scegliere la parola di derivazione greca, dove rintracciamo la radice “rhis” – naso e l’accostamento con “phyma” – crescita. Con tale vocabolo, oggi, la letteratura scientifica va a circoscrivere il perimetro di una malattia cutanea tendenzialmente rara che aggredisce il naso.
Il disturbo ha inizio con un considerevole ispessimento del tessuto afferente all’area nasale. Segue lo sviluppo di protuberanze e un progressivo ingrossamento e/o arrossamento della superficie di tale organo. Non di rado, infatti, il rinofima si accompagna a formazioni simili a dei noduli e risulta ruvido e rugoso al tatto. Ne consegue che l’aspetto del naso sia fortemente alterato e irregolare, assumendo talvolta una colorazione insolita.
Tra le principali evidenze prontamente associabili al rinofima rientrano:
- L’aspetto del naso “a patata” – sebbene questo termine possa risultare ambiguo (tale tipologia di naso è una delle forme naturali e canoniche più comuni al mondo), il particolare somatico ricorda le sembianze dell’ortaggio per mezzo di cartilagini alari ampie oltre la norma e una punta tondeggiante. L’incidenza di tale fattore modifica significativamente l’appeal del viso nel suo complesso;
- Mutazioni nel colore della cute – la pelle viene sottoposta a un’infiammazione cronicizzata. Nei pazienti che ne sono affetti, il tessuto nasale può assumere un colore rossastro o violaceo;
- Variazioni nella pigmentazione – un’ulteriore sintomatologia annessa alla condizione è un’anomalia nella colorazione della pelle. Ciò conferisce all’area interessata un aspetto più scuro rispetto a quella circostante, determinando una pigmentazione non uniforme.
- La presenza di papule – come anticipato, la superficie del naso può essere un terreno florido per la comparsa di rilievi e protrusioni prominenti che rovinano la linearità del profilo del naso.
È importante sottolineare che tra i maggiori disagi causati dal rinofima vi sono quelli di natura estetica, che pongono il soggetto in uno stato di percezione di sé distorta, da cui derivano emozioni quali frustrazione, insicurezza e, talvolta, ansia sociale. Questo è il principale motivo che spinge molte persone a cercare trattamenti per attenuarne le conseguenze visive. Tuttavia, la presenza e la frequenza degli elementi correlati alla patologia precedentemente descritti possono variare da individuo a individuo.
Perché il rinofima è collegato alla rosacea?
Nell’antologia dei casi osservati finora attraverso studi approfonditi si è resa evidente una correlazione tra lo sviluppo del rinofima e una pregressa rosacea. La rosacea è una situazione dermatologica cronica che colpisce prevalentemente le donne adulte e riappare in
cicli di riacutizzazione della malattia.
La rosacea si distingue per teleangectasie (ingrossamento dei capillari facciali), couperose e manifestazioni che ricordano condizioni acneiche. Solitamente questa può essere causata da una convergenza di fattori ereditari ed esposizione a determinate condizioni ambientali.
Il rinofima, di base, appare in concomitanza con una determinata forma di rosacea, denominata in rosacea fimatosa che va ad intaccare orecchie, palpebre, fronte e mento, oltre al naso. Il peggioramento della rosacea è direttamente proporzionale al peggioramento del rinofima, osservando un aumento nell’intensità e nella gravità dei sintomi e la comparsa di nuovi fastidi ad esso connessi. Ad esempio, si rintraccia un colore giallastro della cute, un aspetto ceroso o una crescita insolita del tessuto connettivo.
Per tali ragioni, è necessario giocare d’anticipo per evitare che la situazione degeneri verso uno stato peggiore o si assista a una lieve guarigione momentanea, prima di accusare ciclicamente tutti i malanni con gli “interessi”.
Le cause del Rinofima
Possiamo affermare che il rinofima non è una patologia così comune come si pensa ma ci sono dei pazienti più inclini a svilupparlo. Tra questi rientrano certamente gli uomini di mezza età che hanno avuto o sono ancora affetti da rosacea. Fino a qualche anno addietro, si riteneva il rinofima una diretta conseguenza dell’abuso reiterato di bevande alcoliche. Gli studi odierni, però, hanno evidenziato che questa ipotesi sia poco credibile e che non ci sia un legame diretto tra alcolismo e rinofima.
Per quanto riguarda le cause, sussistono ancora delle situazioni dubbie che non sono propriamente accertate. Ci sono, però, degli indizi comuni tra i casi osservati come una combinazione di elementi quali:
- Infiammazioni ricorrenti – chi trascura la rosacea può andare incontro a una progressiva ed incontrollata tumefazione delle ghiandole sebacee del naso. Visto che la rosacea fa aumentare l’afflusso del sangue alla cute del naso, si può assistere alla dilatazione dei capillari. Si potrebbe notare anche un ingrossamento delle ghiandole sebacee del naso, che si riflette nel rigonfiamento della pelle in questa area.
- Eventi traumatologici – colpi, cadute o altre tipologie di fratture e lesioni al naso possono degenerare in uno stato infiammatorio. Al pari del punto descritto in precedenza, anche in questo caso si può andare incontro a un ispessimento del tessuto nasale.
- Genetica – la predisposizione genetica potrebbe essere coinvolta nella comparsa della condizione, soprattutto nelle famiglie in cui c’è un’ampia incidenza di episodi di rosacea.
Sintomi del rinofima
Al netto delle complicanze respiratorie che possono subentrare in uno stadio avanzato della malattia, il rinofima presenta sintomi collegati prevalentemente all’aspetto esteriore del paziente. Tra questi rientrano:
- Naso bulboso e irregolare;
- Ispessimento della cute;
- Secrezioni dai pori;
- Superficie del naso ruvida;
- Cambiamenti nella cromia della pelle;
- Grumi che possono essere fraintesi con dei brufoli o condizioni acneiche;
- Acuta sensibilità al contatto;
- Eccessivo ingrandimento dei capillari.
Generalmente, le zone interessate dal rinofima sono le aree delle ali nasali ossia la parte esterna delle narici, la punta del naso e, in alcuni casi, anche il dorso. Se ti trovassi di fronte alla sintomatologia descritta sarebbe opportuno contattare subito uno specialista, per evitare di complicare il quadro clinico.
Gradi di severità del rinofima
A seconda della condizione lamentata dall’individuo, i medici vanno a classificare la gravità di tale problematica in tre classi di interesse:
- Rinofima di primo grado – identifica lo stadio meno grave che va a riscontrare una dilatazione dei pori anomala e non prevede il tipico aumento dello spessore della pelle;
- Rinofima di secondo grado – corrisponde a uno stadio intermedio dove all’apertura dei pori si aggiunge l’accrescimento cutaneo, unito all’ipertrofia delle ghiandole sebacee;
- Rinofima di terzo grado – è il caso senza dubbio più grave dove troviamo tutte le forme precedentemente descritte che si presentano in modo acuto.
Il rinofima del grado peggiore va a sconvolgere il centro del viso dell’individuo in maniera immediatamente visibile, causando svariate tipologie di fastidio a livello medico ma anche il profondo turbamento dal punto di vista psichico.
Come intervenire in caso di rinofima
Il primo passo per iniziare un processo di guarigione è quello di affidarsi al consulto di uno specialista per ottenere una diagnosi affidabile e certa, che possa escludere l’esistenza di sintomi riconducibili ad altre patologie.
Il percorso di anamnesi che il paziente dovrà affrontare si strutturerà in 4 fasi:
- Esame completo – il medico riceverà il paziente nella struttura specializzata per valutare attentamente la sua condizione. Mediante l’osservazione del naso andrà a comprendere lo stato in cui verte la cute sul fronte dell’ingrossamento, ne valuterà la pigmentazione e i possibili arrossamenti. Inoltre, effettuerà una palpazione per individuare noduli o escrescenze, nel caso in cui queste non siano propriamente visibili a occhio nudo. Lo specialista potrebbe richiedere al soggetto di sottoporsi anche ad altri esami come biopsie o analisi del tessuto, per escludere altre possibilità non attribuibili al rinofima.
- Ricostruzione storica – il dottore farà al paziente una breve intervista per comprendere eventuali episodi passati che possano essere rilevanti ai fini dell’indagine, come una storia rosacea o disturbi dermatologici che possano aver inciso. In questa fase è bene essere chiari e aperti con il proprio interlocutore perché ogni indizio può rivelarsi fondamentale.
- Determinazione del grado di severità – l’ultimo step in questa parte del viaggio del degente sarà individuare accuratamente la gravità del rinofima per decidere come intervenire e quale sarà la cura più appropriata per debellare il problema.
La diagnosi, ad ogni modo, è un momento cruciale per garantire un intervento tempestivo, prima che la situazione peggiori.
Le possibili cure farmacologiche
Il rinofima è una patologia che non può essere risolta unicamente con l’ausilio di farmaci. Un’integrazione di medicinali, però, rallenta l’avanzamento dei sintomi e fa rientrare alcune forme di infiammazione.
Tra i possibili trattamenti farmacologici rientrano:
- Antibiotici assumibili per via orale che vanno a incidere su situazioni di arrossamento e sugli stati infiammatori;
- Medicinali che hanno impatto sul gonfiore come l’acido azelaico, il metronidazolo o corticosteroidi topici;
- Capsule che vanno a regolare la produzione di sebo per cercare di ridurre la dilatazione dei pori.
Questi preparati vengono somministrati anche ai pazienti affetti da rosacea ma, nel caso del rinofima, non sono da considerarsi risolutivi.
Rinofima: intervenire chirurgicamente
Se si vuole risolvere con maggiore incidenza e velocità, l’unica soluzione è sottoporsi al trattamento chirurgico che può comportare l’asportazione del tessuto fibroso coinvolto e la rimozione della pelle in eccedenza.
Per la scelta della modalità di intervento è bene seguire scrupolosamente le indicazioni del chirurgo che, analizzata la storia e la cartella clinica del paziente, saprà suggerire la corsia preferenziale per risolvere il suo disagio. Ogni paziente, come abbiamo detto, va trattato come caso a sé. Lo scopo sarà quello di ridare al naso il suo tradizionale aspetto e cercare di rendere questo trattamento permanente. Tra le opzioni troviamo:
- Chirurgia tradizionale – mediante appositi strumenti come il bisturi, si procederà al prelevamento del tessuto in eccesso tramite dermoabrasione, l’eliminazione delle escrescenze o dei noduli e una rimodulazione del profilo del naso. Si adatterà la modalità di intervento al quadro del paziente, cercando di soddisfare quanto più possibile le sue richieste estetiche;
- Elettrochirurgia – tramite l’uso di corrente elettrica si andrà a trattare l’ispessimento della pelle per determinare il ripristino allo stato precedente alla patologia.
- Laserterapia YAG – intervenendo attraverso il laser si può correggere la texture della pelle, le discromie, le variazioni di tono e anche asportare parte del tessuto. Questa tipologia di trattamento viene considerata poco invasiva.
- Criochirurgia – un ultimo spunto è quello di sfruttare un tipo di chirurgia che utilizza l’azoto liquido, il gas argon o l’anidride carbonica, innescando temperature basse in modo estremo. L’apparecchio permetterà di distruggere i tessuti anomali, per effetto del loro congelamento e la conseguente morte cellulare.
Qualunque sia la modalità privilegiata dal chirurgo, è vitale attenersi alle indicazioni dello stesso nel post intervento, premurandosi di integrare con i farmaci quando richiesto e trattare la zona con medicazioni o protezioni. Altri comportamenti da mettere in atto saranno relativi al divieto di grattare il naso o di esporsi al sole, nell’arco temporale stabilito dal dottore. Tuttavia, ci preme sottolineare che il rinofima è una condizione soggetta a recidive, che potrebbe ripresentarsi anche dopo l’idoneo intervento chirurgico.
In conclusione, il rinofima è una patologia dermatologica che può causare notevoli disagi estetici e psicologici se non trattata correttamente. È fondamentale rivolgersi ad uno specialista per ottenere il miglior risultato e intervenire subito attraverso una corretta diagnosi. Il Dottor D’Anna, esperto nel trattamento del rinofima, può fornire una consulenza adeguata e personalizzata per trattare il problema in modo efficace e sicuro. Non esitare a contattarci per avere maggiori informazioni e iniziare un percorso di cura mirato.
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