“Quando conosci qualcosa, non c’è più spazio per la paura”. Nel nostro splendido studio medico abbiamo accolto tantissimi pazienti durante la nostra esperienza decennale. Se dovessimo rintracciare un dettaglio che li accomuna tutti, questo sarebbe costituito dal timore che si fa spazio sui loro volti non appena pronunciamo un termine medico astruso.
Tra le parole che suonano misteriose e ansiogene rientra proprio quella di cui ti parliamo oggi: la “laringoscopia”. Questa dicitura fa riferimento a una procedura medica endoscopica attraverso la quale è possibile individuare, per poi curare o monitorare nel tempo, alcune patologie che coinvolgono le vie aereo-digestive superiori (VADS), come le fosse nasali, il rinofaringe, l’orofaringe, l’ipofaringe e la laringe.
Provare apprensione verso una cosa che non ci è familiare è normalissimo, ma si tratta di un ostacolo superabile attraverso la comprensione. In questo articolo ti illustreremo tutto ciò che c’è da sapere su questa pratica. Se devi sottoporti a tale accertamento, grazie alle informazioni che ti forniremo, saprai cosa aspettarti e potrai affrontarlo nella massima serenità.
Cos’è la laringoscopia
Affinché si possa arrivare a una piena conoscenza dell’esame medico in oggetto, è necessario avere chiari alcuni punti chiave riguardo l’anatomia della laringe. Tenendo ben presente i dettagli strutturali di questa parte vitale del corpo umano si potranno intuire appieno i metodi di esecuzione del test e gli obiettivi che si intendono raggiungere.
La laringe è un condotto che si presenta come un cilindro cavo situato a livello del collo. Ha inizio nella parte posteriore della lingua, dove termina la faringe. Rappresentando l’ultima porzione delle vie aeree superiori, rende possibile il passaggio dell’aria:
- inspirata – cioè indirizzata dal naso e dalla bocca per l’immissione della stessa verso i polmoni;
- espirata – ossia orientata dai polmoni all’emissione dal naso e la bocca.
Essendo situata davanti all’esofago da cui si dirama il canale digestivo, è provvista di un dispositivo di chiusura (la valvola cartilaginea chiamata “epiglottide”) che impedisce al cibo introdotto di ostruire le vie respiratorie. Ci consente, inoltre, la fonazione ovvero l’emissione di suoni tramite la vibrazione delle corde vocali site al suo interno.
Con la laringoscopia, dunque, si va a indagare lo stato clinico in cui verte questa area e le eventuali disfunzioni o lesioni. Viene praticata, di norma, da un otorinolaringoiatra (il medico specializzato nella cura delle malattie dell’orecchio, del naso e della bocca). In determinati casi deve essere effettuata in specifiche strutture ospedaliere, mentre per altri è possibile recarsi in ambulatorio. Le modalità di esecuzione possono variare a seconda della finalità dell’accertamento. Esistono due tipi di laringoscopia: indiretta e diretta.
Laringoscopia indiretta
Questa procedura può essere praticata in un ambulatorio medico, attraverso l’impiego di due strumenti: uno specchio laringeo, che viene introdotto nella gola del paziente e una fonte luminosa, che ci permette di vedere la laringe riflessa illuminando lo specchio. L’esame ha una durata compresa tra i 5-10 minuti durante i quali il paziente deve proiettare la lingua in fuori e mantenere la bocca aperta.
Considerata la rapidità nell’esecuzione non si prevede la somministrazione di alcuna anestesia. Se il paziente, tuttavia, manifesta un eccessivo fastidio derivante dal contatto con lo specchietto, può essere utile avvalersi di un anestetico locale, tramite apposito spray. Si avvertirà un sapore amarognolo e una sensazione di difficoltà a deglutire. Ciò è del tutto normale vista la volontà di diminuire momentaneamente la sensibilità della zona trattata.
Laringoscopia diretta
Questa seconda tecnica prevede l’utilizzo di un’apposita apparecchiatura denominata “laringoscopio”. Nella sua configurazione più moderna, attualmente in dotazione dei centri preposti, è costituita da fibre ottiche. Per mezzo di una fonte luminosa e una telecamera collegata a un monitor esterno, consente allo specialista di osservare nei minimi dettagli la laringe, fino ad arrivare alle corde vocali. In base alla conformazione del laringoscopio distinguiamo:
- Laringoscopia diretta rigida: dove il laringoscopio viene introdotto in gola passando per la bocca. Questa procedura può essere fastidiosa, dunque viene eseguita in anestesia generale. Per tale motivo non può essere effettuata in ambulatorio ma si rende necessaria tutta la strumentazione prevista da una sala operatoria, tipica dell’ambiente ospedaliero. La durata è di circa 15-30 minuti;
- Laringoscopia diretta flessibile: qui il laringoscopio è dotato di un tubicino (la cui estremità termina in una microcamera) con una struttura più malleabile. Lo strumento viene inserito attraverso il naso, a seguito di un’anestesia locale somministrata con lo specifico spray. Il paziente, a seconda delle indicazioni del medico, sarà chiamato a tirare fuori la lingua, emettere profondi respiri o suoni, e/o gonfiare le guance.
Possiamo dire che la laringoscopia diretta flessibile è principalmente esplorativa, mentre quella diretta rigida può essere anche terapeutica.
Quando risulta necessario sottoporsi alla laringoscopia
La laringoscopia permette di rilevare eventuali stati patologici e valutare le prestazioni dell’organo nel complesso. Grazie alla visione diretta e dettagliata ottenuta attraverso questo esame, i medici possono identificare con precisione lesioni, infiammazioni o altri disturbi che altrimenti potrebbero passare inosservati. Nel dettaglio, ci consente di:
- Comprendere le cause che determinano alterazioni del tono della voce particolarmente ricorrenti, come la sua perdita frequente e la raucedine cronica;
- Determinare le ragioni scatenanti i mal di gola ripetuti o i fastidi auricolari che non accennano a sparire;
- Scoprire cosa innesca le difficoltà nella deglutizione o le tracce ematiche emesse insieme al muco;
- Evidenzia la presenza di un’ostruzione nasale o circoscrive la sindrome delle apnee notturne;
- Ci aiuta, infine, a mettere in luce le malattie di origine infettiva o tumorale che coinvolgono la faringe o la laringe, i cui sintomi sono rintracciabili nella complessità che si ravvisa nel deglutire o nella fonazione.
Trattamenti specifici eseguibili con laringoscopia diretta rigida
La laringoscopia diretta rigida ha degli usi singolari che la differenziano dalle altre modalità di indagine. Essa, infatti, può essere impiegata anche ad altro scopo per:
- Raccogliere materiale biologico (biopsia), ovvero un campione di tessuto anomalo che si intende analizzare;
- Estrarre corpi estranei che intralciano il passaggio dell’aria nelle vie aeree superiori;
- Rimuovere i comuni polipi che solitamente vanno a intaccare il corretto funzionamento delle corde vocali o i tumori alla laringe, tramite l’uso del laser;
- Favorire la preparazione di un paziente a un intervento chirurgico, andando a rendere più semplice l’intubazione.
La laringoscopia diretta, quindi, si rivela fondamentale non solo per l’esplorazione dettagliata ma anche per risolvere efficacemente eventuali problematiche che possono insorgere in questa delicata zona anatomica. Per questo è un ausilio prezioso per medici e pazienti.
La laringoscopia fa male?
Sfatiamo subito un mito: la laringoscopia NON fa male. A seconda delle tecniche con cui viene compiuto tale esame diagnostico possiamo avvertire diverse sensazioni di fastidio più o meno intenso, ma ugualmente sopportabili. Come anticipato, nel caso della laringoscopia indiretta, la zona interessata viene addormentata per effetto di un anestetico, idem per ciò che riguarda la laringoscopia diretta flessibile. Gli effetti dell’anestesia dureranno per un arco temporale che varia tra i 30 e i 60 minuti, in cui è preferibile non assumere cibo o liquidi.
Nel caso dell’anestesia diretta rigida, il trattamento si svolge in anestesia totale. Il paziente potrà godersi un sonnellino ristoratore mentre il medico si prenderà cura di lui. Al risveglio, in alcuni soggetti si riscontra la comparsa di un senso di nausea o vomito, accompagnati da un’insolita stanchezza. Per alcuni individui potrebbe essere possibile avvertire mal di gola e avere la voce rauca. Per poter monitorare accuratamente la situazione del degente viene previsto un ricovero di almeno una notte. Potrà essere richiesto al paziente di mettere in atto alcuni espedienti come evitare di mangiare e bere per le due ore successive all’intervento. È ugualmente sconsigliato tentare di tossire e limitare le conversazioni al minimo, mantenendo un tono di voce basso per non sforzare le corde vocali.
Durante la convalescenza che consegue l’uso della laringoscopia diretta rigida a fini curativi, il paziente dovrà seguire attentamente le indicazioni del medico per garantire un recupero ottimale. Tra queste rientrano:
- In caso di asportazione di una parte di laringe – tenere un tono di voce moderato per almeno 3 settimane. Una temporanea raucedine in tale periodo è da considerarsi perfettamente normale;
- In concomitanza della rimozione di un polipo alle corde vocali – la voce deve essere tenuta a completo riposo per almeno 2 settimane.
Possiamo asserire con certezza, quindi, che non si andrà incontro ad alcuna percezione assimilabile allo spettro del dolore. Con il sussidio dell’anestesia e delle tecniche all’avanguardia tutto si svolgerà in piena sicurezza, lavorando solo sull’area d’interesse coinvolta. Solitamente, la laringoscopia non ha controindicazioni. Quella ambulatoriale, poi, può essere effettuata su pazienti di qualsiasi età.
Possibili effetti indesiderati
Come avviene per qualsiasi altro tipo di trattamento, esame, intervento o somministrazione di farmaci, anche la laringoscopia potrebbe causare degli effetti avversi, come la comparsa di edema. Si tratta di un accumulo di liquido negli spazi intercellulari e negli interstizi dei tessuti che può manifestarsi come sensazione di gonfiore, tensione o pienezza. Esiste la probabilità che questo edema vada anche a ostruire temporaneamente le vie respiratorie. Questo può avvenire a seguito di un’irritazione del condotto attraversato dallo strumento durante l’esame. Non si tratta di una situazione comunissima e spesso si presenta se concorrono altre situazioni di squilibrio identificabili nella presenza di polipi o dei tumori faringo-laringei.
Generalmente, la laringoscopia diretta rigida si presta con maggiore incidenza alla comparsa di disturbi collaterali, a causa dell’anestesia generale. La somministrazione di questi farmaci potrebbe risultare rischiosa su pazienti che presentano particolari allergie o soffrono di disturbi cardiaci e pregresse patologie respiratorie. Sarà compito del medico attenzionare adeguatamente la situazione per prevenire situazioni di disagio. Potrebbero essere prescritti al soggetto una serie di esami, prima di sottoporre lo stesso alla procedura di laringoscopia.
Negli ultimi anni, il trattamento è diventato molto sicuro e la collaborazione con il paziente, anche attraverso una dovuta attività preparatoria, può rivelarsi un ulteriore elemento di tutela.
Per quanto riguarda la laringoscopia indiretta i rischi sono quasi inesistenti. Oggi, tuttavia, si tende a praticarla con minore frequenza perché le apparecchiature a fibre ottiche ci danno una visione più completa della porzione di condotto che si desidera studiare.
In conclusione, la laringoscopia è un esame diagnostico imprescindibile per individuare eventuali problemi a livello delle corde vocali e della laringe. I sintomi come raucedine persistente, difficoltà nella deglutizione, tosse cronica o presenza di sangue nel catarro non devono essere sottovalutati e richiedono una valutazione medica approfondita. È fondamentale rivolgersi immediatamente ad un otorinolaringoiatra per identificare tempestivamente la causa dei fastidi. Il Dr. Giuseppe D’Anna, esperto in questo campo, potrà fornirti una diagnosi accurata e un eventuale piano di trattamento personalizzato. Non procrastinare, il benessere fisico merita sempre la priorità nella tua vita. Se nutri dubbi sul tuo stato di salute o necessiti di maggiori informazioni sull’argomento non esistare a contattarci. Un intervento precoce può fare la differenza nel garantire una pronta guarigione e prevenire eventuali complicazioni.
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